Matera oltre alle tante Chiese , offre anche , Monumenti , Luoghi e Contenitori Culturali da visitare .
Palazzo Lanfranchi , Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata
Il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata ha sede in Palazzo Lanfranchi, prestigioso edificio costruito, immediatamente a ridosso del Sasso Caveoso, tra il 1668 e il 1672 come Seminario. L’opera venne progettata e fatta costruire, tra il 1668 e il 1672, da Frate Francesco da Copertino su richiesta dell’arcivescovo Vincenzo Lanfranchi, con il fine di ospitare il Seminario diocesano. L’edificazione della struttura inglobò anche il “Convento del Carmine”, preesistente.
Nel 1864, dopo l’Unità d’Italia, il Palazzo Lanfranchi ospitò fino al 1967 il Liceo Classico “E. Duni”, dove insegnò anche Giovanni Pascoli dal 1882 al 1884.
Il percorso espositivo del Museo, al primo piano del Palazzo si articola in tre sezioni: Arte Sacra, Collezionismo e Arte Contemporanea.
La sezione di Arte Sacra si compone di un nucleo di opere, dipinti su tela, su tavola, sculture, manufatti lignei e lapidei, provenienti dalle Chiese del territorio Regionale che hanno perso l’originaria collocazione o che, prelevate per essere sottoposte ad interventi di restauro, vengono momentaneamente esposte, per documentare l’attività di tutela, salvaguardia e valorizzazione che la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici svolge sul territorio e raccontare la storia e l’arte figurativa della Basilicata.
La sezione del Collezionismo espone una selezione di dipinti della raccolta Camillo d’Errico di Palazzo San Gervasio, importante testimonianza di collezionismo privato ottocentesco in Basilicata che comprende oltre trecento tele di scuola napoletana del Sei e Settecento, tra cui capolavori di artisti d’eccellenza nel panorama della cultura figurativa di questi secoli.
La sezione di Arte Contemporanea presenta opere di Carlo Levi (Torino 1902- Roma 1975), insigne protagonista della cultura italiana del Novecento, tra cui il grande telero ‘Lucania ’61’ dipinto in occasione della mostra ‘Italia 1961’, organizzata a Torino per celebrare il Centenario dell’Unità d’Italia e una selezione tra le centocinquanta opere del pittore materano Luigi Guerricchio (Matera 1936-1996).
Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola
Il Museo archeologico nazionale Domenico Ridola di Matera è il più antico museo della Basilicata.
Istituito il 9 febbraio 1911 per volontà del Senatore e Medico Domenico Ridola, che donò allo Stato le sue importanti collezioni archeologiche frutto di anni di ricerca e di scavi, presenta le numerose testimonianze rinvenute nel territorio della provincia materana e sul Parco della Murgia Materana .
Il Museo è ospitato nei locali del Seicentesco Convento di Santa Chiara e raccoglie materiali dall’epoca Preistorica fino al III secolo a.C.
MUSMA Museo della Scultura Contemporanea Matera
Gli antichi rioni Sassi di Matera, in Basilicata, ospitano il MUSMA Museo della Scultura Contemporanea Matera , l’unico museo italiano interamente dedicato alla Scultura.
Il museo è inserito nella suggestiva cornice del seicentesco Palazzo Pomarici che, esteso su tre livelli e su una superficie di mq. 2929, ancora oggi, per la sua imponente dimensione, è definito dall’immaginario collettivo Il Palazzo delle Cento Stanze.
Il ricco corpus di circa 400 opere tra sculture, ceramiche, multipli, gioielli, medaglie, disegni, incisioni, libri d’arte che illustra la storia della Scultura Italiana e Internazionale dalla fine del 1800 a oggi è ospitato non solo nelle aree edificate del palazzo ma anche in ampi vani rupestri, ambienti secolari scavati dall’uomo che fanno del MUSMA l’unico museo in grotta esistente al mondo.
Il visitatore può quindi sperimentare un’integrazione ideale, di intenso impatto emotivo, tra gli ambienti secolari “cavati” dall’uomo e la Scultura Contemporanea.
Il Palombaro Lungo è la più grande cisterna idrica della città di Matera, scavata sotto la centralissima piazza Vittorio Veneto, e fa parte insieme alla chiesa rupestre di Santo Spirito del complesso degli Ipogei di piazza Vittorio Veneto.
La cisterna si estende sotto la piazza fino al palazzo dell’Annunziata, in precedenza sede dell’omonimo Convento, ed in passato serviva come fonte di approvvigionamento idrico per tutte le costruzioni poste “al piano” (cioè subito fuori i Sassi) nei pressi di piazza Vittorio Veneto.
Oltre all’acqua piovana, nel Palombaro Lungo veniva raccolta anche l’acqua proveniente da una fonte naturale situata sulla collina del Castello Tramontano, detta collina di Lapillo. La realizzazione della cisterna risale al XIX secolo, mentre è stata riscoperta soltanto nel 1991 grazie ad alcuni studiosi che, in occasione della prima esplorazione, l’attraversarono a bordo di un gommone.
La cisterna, con le pareti in tufo rivestito di un particolare intonaco che lo rende impermeabile, fa parte di un sistema di raccolta delle acque ben più complesso che si estende sotto tutti i rioni Sassi come le radici di un albero.
Nello specifico oltre al Palombaro Lungo, il sistema idrico cittadino, che provvedeva alla raccolta delle acque, comprendeva numerose altre cisterne più piccole collegate tra loro.
Questa particolarità è stata tra le principali caratteristiche che hanno contribuito a far diventare i Sassi di Matera Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO nel 1993.
Casa Cava, un Teatro scavato nella roccia
Casa Cava è un fantastico teatro e centro congressi completamente scavato nella roccia, nel cuore del Sasso Barisano.
Un luogo in cui si è riusciti a raggiungere una perfetta armonia tra la bellezza e funzionalità. Esso è stato recuperato e valorizzato dopo un’attenta fase di studio che ha interessato anche i minimi particolari, al fine di garantire un’acustica perfetta in uno scenario suggestivo, unico al Mondo.
Questo complesso ipogeo inizialmente nasce come un’antica cava di tufo a pozzo, cavata completamente a mano.
La necessità di cercare delle cave, da cui estrarre materiale per la costruzione di case nei rioni Sassi, scaturisce dall’aumento demografico avvenuto tra il XVII ed il XVIII secolo.
Non si hanno notizie certe sulla data in cui i materani hanno iniziato ad utilizzare intensivamente questo sito; secondo gli studiosi il periodo potrebbe oscillare intorno all’anno in cui Matera fu eletta capoluogo della Basilicata, nel 1663, con il conseguente sviluppo edilizio e l’incremento della popolazione. Successivamente la cava è stata utilizzata in diversi modi. Gli ambienti antistanti l’ingresso divennero un’abitazione a corte di piccole dimensioni, mentre la cava vera e propria (divisa dalla casa per mezzo di un muro) fu prima usata come discarica, poi abbandonata.