Il Castello Tramontano è situato sulla collina di Lapillo, sovrastante il Centro Storico della città di Matera , da cui si domina l’intero territorio e si presenta contrapposto sia spazialmente che simbolicamente alla Cattedrale ( Duomo ) e al potere religioso che essa rappresenta .
La vicenda che ruota attorno all’edificazione del Castello Tramontano rappresenta una pagina amara nella storia di Matera.
Nato come residenza Normanna alla periferia della Civita, era originariamente costituito da otto torri quadrate, usate come difesa dall’eventuale attacco dei nemici, ed era dotato di un ponte.
Giovanni Antonio Ursino, padrone del Principato di Taranto e di molte terre ( tra cui la contea di Matera ) si disfece di queste strutture per crearne altre più adeguate ai tempi e vendette una parte del Castello per far spazio a bastioni rotondi.
In stile Aragonese, il Castello, con un maschio centrale e due torri laterali più basse, l’uno e le altre rotonde, smerlate e dotate di feritoie, fu fatto costruire a partire dal 1501 dal Conte Giancarlo Tramontano, feudatario di Matera. Oggi le due torri, collegate da un ponte, hanno subìto delle modifiche in quanto il ponte è stato distrutto. Il progetto prevedeva anche la costruzione di un camminamento tra il Castello Tramontano e il Castiglione Normanno, che non fu mai realizzato.
Il nuovo re di Napoli, Ferdinando II, aveva promesso ai materani di non cedere più la città ad alcun feudatario, dopo che questa si era già liberata più volte dal giogo feudale pagando diversi riscatti per restare città libera ad autonomo reggimento, cioè dipendente direttamente dalla Corona Reale.
Invece il Conte Tramontano, che vantava crediti nei confronti dell’Erario Reale, chiese ed ottenne , per le sue ambizioni di potere che lo animavano, la Contea di Matera nel 1496, ottenendo dal Re di Napoli Federico D’Aragona l’investitura comitale sulla Città di Matera.
Le attività commerciali del Conte Tramontano lo posero in una situazione di conflitto con la classe dirigente locale, le famiglie nobili, che vedeva minacciato il proprio potere economico, mentre le tasse che impose alla popolazione ( per i debiti accumulati ) e i continui soprusi finirono per esasperare gli animi dei cittadini materani che nel 1514 organizzarono una congiura per ucciderlo.
L’aggressione avvenne in una stradina adiacente la Cattedrale in seguito denominata Via del Riscatto.
Cominciò così la costruzione del Castello, che era situato su una collina dominante la Città, al di fuori delle mura cittadine, con lo scopo di controllo “feudale” dei terreni circostanti più che di difesa della città stessa. Pare che poi la costruzione avrebbe dovuto comprendere altre torri di difesa, una delle quali è stata rinvenuta sotto la centrale piazza Vittorio Veneto di Matera insieme ad altri ambienti ipogei. Per la costruzione del castello furono spesi ben 25.000 ducati e ciò andò a gravare ancor di più sulla popolazione.
Fu così che alcuni cittadini, stanchi dei continui soprusi, si riunirono nascosti dietro un masso, che da allora fu chiamato u pizzon’ du mal consigghj, cioè “la pietra del mal consiglio”, ed organizzarono l’assassinio del “tiranno” Tramontano.
Il 29 dicembre 1514 il Conte, appena uscito dalla Cattedrale, fu assassinato in una via laterale della stessa, che fu successivamente chiamata in modo eloquente “Via del Riscatto”.
Il Castello restò dunque incompiuto, testimone nei secoli degli eventi storici che determinarono la sollevazione popolare finalizzata a uccidere il Conte: quasi un monito per chiunque avesse avuto velleità autoritarie sulla Città di Matera.
Dal 2008 è interessato, insieme al parco circostante, da lavori di restauro ancora in corso. Alcuni di questi interventi sono finalizzati al recupero del fossato con il ripristino delle pareti tufacee. Il progetto è finanziato anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96[3].